Come mai?

E accadde, dopo che Israele fu fatto prigioniero di guerra e Gerusalemme resa un deserto, che Geremia si sedette piangendo e cantò di dolore questo lamento funebre su Gerusalemme e disse:

1.Come mai sta seduta solitaria la città che fu popolatissima di gente? Divenne come vedova la popolosa tra le nazioni, colei che comandava nei territori divenne vassalla.
2.Pianse fortemente nella notte e le sue lacrime (sono) sulle sue guance, e non si trova chi la conforti tra tutti i suoi amanti. Tutti coloro che le erano amici furono vagliati (TM la tradirono) in essa, le divennero nemici.
3.La Giudea fu deportata a causa della sua miseria e della sua grande schiavitù, dimorò tra le genti, non trovò riposo. Tutti coloro che la perseguitano la presero in mezzo alle tribolazioni.
4.Tutte le strade di Sion si lamentano che non ci sono coloro che vengono in festa: tutte le sue porte sono deserte, i suoi sacerdoti fanno lamenti, le sue vergini sono insterilite (Vulg: in lutto), ed essa si amareggia in se stessa.
5.Coloro che la affliggono son divenuti capi e i suoi nemici prosperano, perché il Signore l'ha umiliata per il grande numero delle sue empietà, i suoi bambini sono andati in prigionia davanti ai suoi aguzzini.
6.E se ne andò dalla figlia di Sion tutta la sua bellezza: i suoi capi son divenuti come montoni che non trovano pascolo e camminano senza forza davanti a coloro che inseguono.
7.Si ricordò Gerusalemme della sua umiliazione e del suo esilio, quanto grandi erano tutte le sue cose desiderabili fin dai giorni antichi, del popolo che cadde nelle mani del persecutore e non c'era chi la aiutasse, mentre i nemici guardandola ridevano della sua umiliazione (Vulg: delle sue feste).
8.Peccò fortemente Gerusalemme, per questo divenne stolta ( TM : rifiuto, Vulg: instabile), coloro che le rendevano omaggio la umiliarono vedendo la sua bruttezza (TM: nudità, Vulg: vergogna), e anch'essa sospirando si volta indietro.
9.L'impurità è davanti ai suoi piedi (TM: nei suoi panni), non ricorda la sua fine, decadde oltre misura, non v'è chi la incoraggi. "Guarda, Signore, la mia umiliazione, poiché il nemico si è vantato.
10.L'aguzzino ha steso la mano su tutto quanto c'era di desiderabile, vide infatti le genti penetrare nel suo luogo santo, a quelle stesse genti alle quali comandò di non entrare nella tua assemblea (chiesa).
11.Tutto il suo popolo piange, cercando pane, diede le sue cose più desiderabili in cambio di cibo per far ritornare l'anima (per sopravvivere): guarda, Signore, e osserva, poiché sono stata disonorata.
12.A voi tutti che passate per la via: voltatevi e guardate se c'è dolore come il dolore mio che è sopraggiunto (TM: che mi punisce): dando un segnale contro di me (Vulg: come aveva detto) il Signore mi umiliò (Vulg: mi ha vendemmiato) nel giorno della sua decisione.
13.Dalle sue altezze inviò un fuoco, esso scese nelle mie ossa: preparò una rete ai miei piedi, mi fece ritornare indietro, mi fece sparire affliggendomi tutto il giorno.
14.Vigilò sulle mie iniquità, nelle sue mani si intrecciarono, salirono sul mio collo: la mia forza si indebolì, poiché il Signore mi diede nelle mani afflizioni, non potrò alzarmi.
15.Tolse tutte le mie fortezze il Signore in mezzo a me chiamò su di me il momento di distruggere i miei eletti: spremette il torchio alla vergine figlia di Giuda, per queste cose io piango.
16.Il mio occhio lacrimò poiché allontanò da me il mio difensore (paraclito, Vulg: consolatore), colui che mi restituisce la vita; sparirono i miei figli poiché prevalse il nemico.
17.Sion distese le sue mani, non c'è chi la consoli. Il Signore inviò a Giacobbe, attorno a lui, i persecutori, divenne Gerusalemme come inerte (TM: come impurità, Vulg: come donna mestruata) in mezzo a loro.
18.Giusto è il Signore, poiché la sua bocca ha mandato a effetto (Vulg: poiché ha provocato all'ira la sua bocca, TM: al suo ordine mi ribellai): ascoltate, popoli tutti, e guardate il mio dolore: le mie vergini e i miei giovani vanno in prigionia.
19.Ho chiamato i miei amanti, ma mi hanno ingannato; i miei sacerdoti e i miei anziani sono morti in città, poiché cercavano cibo per loro, per far rinvenire le loro vite, e non trovarono.
20.Vedi, o Signore, che soffro: le mie viscere sono sconvolte. Il mio cuore è rovesciato dentro di me, poiché sono stato molto ribelle (Vulg: sono in piena amarezza): al di fuori la spada mi priva di figli come anche in casa (fa) la morte.
21.Ascoltate dunque come mi lamento io, non c'è il mio difensore. Tutti i miei amici udirono le mie disgrazie e gioirono, poiché Tu hai operato: fa' venire il giorno, invoca il momento e divengano simili a me.
22.Entri ogni loro cattiveria al tuo cospetto e vendemmiali, fa' allo stesso modo la vendemmia (che facesti) per i miei peccati, poiché molti sono i miei gemiti e il mio cuore è nel dolore.